20/07/2021

PNRR: Missione Salute, verso il futuro della sanità italiana

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (o PNRR), non è altro che quel Recovery Plan di cui si è tanto discusso nel corso dei difficili mesi del 2020. Inviato all’Unione Europea lo scorso Aprile per l’approvazione, il lungo documento si pone l’ambizioso obiettivo di favorire la ripartenza del Sistema Paese. Stando al piano d’azione articolato in sei “Missioni” presentato alle controparti continentali, questa avverrà ponendo particolare attenzione alle importanti criticità che da ormai molto tempo frenano la crescita nazionale e impediscono all’Italia di tenere il passo con i paesi più virtuosi del Continente. 

Una nuova opportunità per la sanità

Nella dichiarazione di intenti viene fatto esplicito riferimento a squilibri sociali e ambientali, di produttività ma, quello che più colpisce per la sua recisa evidenza, è l’incapacità di cogliere le opportunità derivanti dalla digitalizzazioneOpportunità che si sono presentate più volte in ogni settore della vita produttiva nazionale, ma della cui necessità – principalmente in ambito sanitario – ci si è accorti solamente nel 2020. Non è un caso, dunque, che proprio alla sanità venga allocata una consistente fetta degli investimenti riservati al nostro Paese. 

In questo primo approfondimento dedicato al PNRR analizzeremo le misure di intervento europee, la Missione del Recovery Plan dedicata alla sanità, e i pilastri che secondo il Governo dovranno sorreggere la ripartenza del settore nei prossimi anni.  Una ripartenza profondamente legata alla digitalizzazione e al potenziamento delle infrastrutture di comunicazione. Per questo è essenziale, per i poliambulatori e i centri medici specialistici, di dotarsi di uno strumento gestionale avanzato e sempre aggiornato come JMed, appositamente studiato per rispondere alle sfide odierne e future.

Il Next Generation EU e il PNRR, cosa sono?

L’Unione Europea ha risposto alla crisi scatenatasi nel 2020 con una misura decisa e inedita: un programma di rilancio chiamato Next Generation EU (abbreviato in NGEU). Il programma di ripartenza europeo prevede, in sostanza, ingenti investimenti per accelerare la transizione ecologica e digitale e migliorare il sistema economico e sociale. Per l’Italia il piano di riforme ipotizzato dall’Unione Europea rappresenta un’occasione unica per poter rimuovere gli ostacoli che hanno frenato il nostro Paese sin troppo a lungo. In particolare, se ben implementato il NGEU permetterà di rinnovare la pubblica amministrazione, rafforzare il sistema produttivo nazionale e permettere alla sanità di compiere il grande passo verso la piena digitalizzazione per fornire un più efficiente supporto alla popolazione. 

Secondo quanto dichiarato dal documento di presentazione del PNRR, “l’Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali strumenti del NGEU: il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU). Il solo RRF garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021- 2026, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto”.

Va da sé che la possibilità di beneficiare di una tale quantità di fondi rappresenta la chiave di volta per poter dare una decisa direzione allo sviluppo futuro del Paese. Il dispositivo del RRF ha richiesto agli Stati dell’Unione di presentare un pacchetto di investimenti e riforme. Il nostro Paese ha sottoposto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo Piano, approvato dalle istituzioni continentali, si articola in sei Missioni principali in pieno rispetto del Regolamento RRF. Una di queste, la sesta per l’esattezza, è interamente dedicata alla salute. 

PNRR Missione numero 6: la Salute

La pandemia, come abbiamo già avuto modo di vedere in un nostro precedente articolo ha reso ancora più evidenti lacune strutturali che il Paese si trascina da molti anni. Per questo il PNRR demanda un’intera missione del piano all’ammodernamento della salute. Questa, nelle intenzioni del Governo, punta a raggiungere due distinti obiettivi che si dovranno spartire oltre 15 miliardi di Euro sino al 2026: rafforzamento della prevenzione e assistenza territoriale e ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del SSN. Più precisamente, questo secondo pilastro punta a potenziare la telemedicina (delle cui caratteristiche abbiamo già parlato in un recente approfondimento) e il Fascicolo Sanitario Elettronico. Riguardo a questo, il PNRR mette a disposizione 8,63 miliardi di Euro (di cui 7,36 miliardi solo per l’aggiornamento tecnologico e digitale); una cifra che dovrebbe consentire finalmente un capillare ammodernamento del Sistema Sanitario Nazionale attraverso la tanto attesa digitalizzazione. 

Una larga parte delle risorse allocate è infatti destinata a “migliorare le dotazioni infrastrutturali e tecnologiche, a promuovere la ricerca e l’innovazione e allo sviluppo di competenze tecnico-professionale, digitale e manageriali del personale”. Non solo. La missione cercherà di migliorare “la tempestività delle cure; valorizzando il ruolo del paziente come parte attiva del processo clinico-assistenziale” oltre a razionalizzare la programmazione sanitaria, nel pieno rispetto della sicurezza e della tutela dei dati e delle informazioni”. 

Il dialogo territoriale: tra pubblico e privato

In questo senso, pare che la volontà del Governo sia quella di incentivare la creazione di una rete di comunicazione tra strutture (pubbliche e private) che possa dare vita a un tessuto socio-sanitario omogeneo e pervasivo, che possa abbracciare tutto il territorio nazionale. Ciò che manca, attualmente, è infatti l’integrazione dei documenti sanitari e l’interoperabilità dei servizi, cosa impedisce il dialogo tra le diverse strutture: locali, regionali e nazionali. In particolare, ostacola la definitiva diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico. 

Quest’ultimo se valorizzato a dovere permetterebbe non solo ai pazienti un migliore (e più celere) accesso alle cure ma permetterebbe anche alle strutture, siano essi ospedali pubblici, centri medici specialistici o poliambulatori privati, di elevare la qualità dei propri servizi, puntare sull’assistenza da remoto, formare personale sempre più specializzato e aumentare tempo e risorse da dedicarvi. Le stesse che, sino ad ora, sono devono essere impegnate nella mera gestione della macchina amministrativo-burocratica. 

JMed – un software gestionale a supporto del Poliambulatorio

In previsione del perseguimento di questi obiettivi, in ottica futura è essenziale per un poliambulatorio pensare sin d’ora all’adozione di strumenti che possano favorire la transizione digitale e l’ammodernamento infrastrutturale garantendo un ingente risparmio – come anticipavamo – di tempo e risorse.  JMed, software gestionale per il poliambulatorio e i centri medici, si pone come un efficace supporto a professionisti e personale amministrativo.

JMed è un gestionale appositamente sviluppato per garantire una perfetta integrazione col Fascicolo Sanitario Elettronico e il Sistema Sanitario Nazionale, grazie al suo costante aggiornamento, la sua flessibilità e facilità d’utilizzo. Inoltre, la possibilità di avere in un unico luogo i dati e la storia clinica dei pazienti permette un incalcolabile risparmio di tempo oltre a ridurre al minimo gli errori in sede amministrativo-contabile. 

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